CON STRAORDINARIO TRASPORTO, IL SINDACO ARENA E L’ASSESSORE DE CAROLIS A MILANO PER L’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA ALLO STUDIO MUSEO MESSINA

19 Dicembre 2019

Inaugurata ieri la mostra Con straordinario Trasporto allo Studio Museo Francesco Messina a Milano. L’evento, in programma fino al prossimo 14 febbraio, è dedicato alla Rete delle grandi Macchine a Spalla italiane – di cui fa parte anche la Macchina di Santa Rosa – riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Alla cerimonia di inaugurazione, preceduta dalla conferenza stampa, sono intervenuti il sindaco di Viterbo Giovanni Maria Arena insieme all’assessore alla cultura Marco De Carolis. La mostra, a cura di Patrizia Nardi, responsabile tecnico scientifico progetti UNESCO Rete delle Macchine, Maria Fratelli, dirigente servizio Case Museo e Progetti Speciali Comune di Milano e dell’antropologa Patrizia Giancotti, vede per  la prima volta in mostra e per la prima volta insieme, i Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, i Candelieri di Sassari. “A rappresentare la città di Viterbo, in questo contesto espositivo, nel centro di Milano – ha spiegato l’assessore De Carolis– ci sarà Spirale di Fede, la minimacchina di Santa Rosa che in questi anni ha sfilato al quartiere Pilastro. La versione originale, ideata da Maria Antonietta Palazzetti e Rosario Valeri, lo ricordiamo, ha sfilato il 3 settembre per le vie di Viterbo dal 1979 al 1985, ed è stata la Macchina che ha ammirato e apprezzato Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita pastorale a Viterbo, il 27 maggio 1984, visita per quale fu realizzato un Trasporto straordinario. Un momento di grande promozione della nostra città – ha aggiunto l’assessore De Carolis – in un contesto prestigioso e unico come lo Studio Museo Francesco Messina nel centro di Milano, per ben due mesi. Una grande occasione che ci viene offerta grazie al prezioso lavoro di chi da sempre opera per la promozione della Rete delle Grandi Macchine a Spalla, la coordinatrice Patrizia Nardi, responsabile del progetto Unesco. Il nostro ringraziamento, per questa grande opportunità, è rivolto anche al dirigente del servizio Casa Museo e Progetti speciali Maria Fratelli. Un’opportunità che, ne sono certo, darà grande visibilità alla nostra storia, alla nostra tradizione e alla nostra festa più bella”. “Ieri, in occasione del mio intervento all’inaugurazione di questa prestigiosa mostra – ha spiegato il sindaco Arena – ho portato i saluti della città di Viterbo. Il simbolo della nostra tradizione è esposto al centro di Milano. Le parole e la presenza dell’assessore alla cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno, in rappresentanza del sindaco Sala, hanno indubbiamente rafforzato e confermato l’importante valore di questa mostra, ospitata nella storica chiesa sconsacrata di San Sisto. La tantissima gente che ieri pomeriggio, anche sotto la pioggia, ha pazientemente atteso di vedere mostra, lascia intendere una grande attenzione e un grande interesse verso questa importante rappresentanza del nostro patrimonio cittadino e nazionale”. 

 Il Museo, realizzato all’interno della chiesa sconsacrata di San Sisto, fu atelier di uno dei più rappresentativi maestri della scultura figurativa del Novecento, Francesco Messina. Uno spazio dell’arte “accademica” dove lo stesso homo faber è al servizio del sacro, della comunità, o della propria ispirazione d’artista, e dove saranno esposte, fino al prossimo 14 febbraio, queste opere storiche, forgiate da artigiani, architetti e scultori. Torri come il Giglio di Nola che svetterà dal piano inferiore fino alla cupola, “Spirale di Fede” che riproduce una storica Macchina di Santa Rosa, la struttura “svestita” della gigantesca Varia di Palmi sulla cui cima il giorno della festa “vola” una bambina, i Candelieri di Sassari con i loro nastri colorati e, infine, i Ceri di Gubbio, “Ceri mezzani” in arrivo dalla gloriosa “Corsa” eugubina, ricongiunta alle altre quattro feste in attesa dell’estensione della candidatura UNESCO della Rete, in corso di definizione. Alle strutture “a riposo”, private delle centinaia di corpi che le sostengono e le animano durante il faticoso percorso, rispondono le “macchine vive” nelle opere filmiche che, con un complesso sistema di proiezione sulla volta, offrono al pubblico l’affresco digitale di questo straordinario trasporto.

 

 

 

 

 

 

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