L’intervento della sindaca Frontini in via della Verità per la Giornata della Memoria

28 Gennaio 2025

Fermarci a riflettere in questi momenti, e farlo come istituzioni e come cittadini di uno Stato democratico, non è solo una testimonianza di vicinanza al dolore atroce che hanno sofferto le vittime e le loro famiglie, compresi i discendenti ancora viventi. Significa riflettere sul ruolo che proprio quello Stato, ovviamente trasfigurato dalla sua forma democratica a quella dittatoriale del nazismo e del fascismo, e quei cittadini di allora hanno avuto in una storia di odio sistematico, di sopraffazione e violenza quotidiana.

Se è vero che lo sterminio ebraico, le leggi razziali, la cultura antisemita e i totalitarismi del Novecento hanno dei nomi e cognomi, è altrettanto vero che non avrebbero potuto affermarsi senza il consenso della maggioranza dei cittadini che hanno sostenuto, con varie intensità, l’ascesa di questa cultura di morte. Un’adesione morale per alcuni, paura di ritorsioni per altri, magari incuria o indifferenza, tutti atteggiamenti, seppur espressi in forme e modalità differenti, comunque concorrenti a un risultato che è andato oltre ogni limite dell’umanità. Uomini contro l’umanità. Un percorso iniziato dalle parole, dalla comunicazione, quella di allora certo, mezzi di propaganda d’odio, di distruzione, e di presunta superiorità razziale e morale che hanno iniziato una contaminazione lenta ma inesorabile, tale da plasmare le menti e farle crescere nutrendo la cultura della differenza, dell’intolleranza, del conflitto, del nemico a tutti i costi. E le parole sono cultura, sono definizione plastica di azioni, sono il concepimento concreto di un pensiero, le parole arrivano prima delle cose, e le parole fanno esistere le cose, nella nostra mente. E allora fermiamoci, e chiediamoci tutti, istituzioni e cittadini, se oggi abbiamo gli anticorpi per evitare che tutto questo accada ancora. Si dice spesso che l’unica lezione che ci insegna la storia è che noi non impariamo mai abbastanza dalla storia. Eh si, perché in questa giornata non possiamo non riconoscere che davanti ai nostri occhi sta andando in onda, ancora una volta, un copione molto tragico che pensavamo di aver consegnato alla storia e invece… è sempre la stessa storia. Una degenerazione delle nostre coscienze ancor prima di una questione politica. Il compito di ognuno di noi è quello di restituire alla storia e al culto della memoria quel significato di attualità, concretezza e urgenza senza il quale sarebbe tragicamente vero che le spaventose atrocità di un recente passato siano state commesse e patite invano. Coltivare la memoria è un dovere verso di voi, cittadini di oggi e di domani, e una scelta di dignità che dobbiamo a noi stessi.

Chiara Frontini 
Sindaca di Viterbo

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